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mercoledì 13 luglio 2011

CHI HA IL PANE NON HA I DENTI, CHI HA I DENTI NON HA IL PANE

Come infermiera pediatrica, avendo lavorato in molti reparti prima di approdare a quello che sarebbe stato il mio reparto definitivo per 14 anni, mi è capitato di vedere molte volte situazioni davvero paradossali, che hanno a che fare con l'amore dei genitori per i loro figli.

     Chi è della mia generazione, e ha visto il film "Blade Runner", rammenterà di certo la frase che mi viene in mente ora: "Ho visto cose che voi umani non potete immaginare..."

      Ho visto coppie cercare di avere un bambino per 12 anni, e quando è arrivato era affetto da gravissime malformazioni. Loro, però, lo guardavano come se fosse il bambino più bello del mondo. In fondo, ai loro occhi era proprio così... e non si curavano degli sguardi di implacabile pietà che riservava loro "la gente".

Ho visto donne tossicodipendenti partorire dopo essersi fatte, regalando così al loro bimbo appena nato una bella crisi di astinenza.  Ho visto le stesse madri decidere di abbandonare il loro bambino, naturalmente sano e bellissimo.

Ho visto ragazzi minorenni, diventati genitori per caso, crescere in fretta diventando uomini e donne responsabili, li ho visti diventare grandi con il loro bambino ed essere una famiglia meravigliosa.

Ho visto genitori affrontare l'inferno per i loro figli.

Ho visto bambini affrontare l'inferno a causa dei loro genitori.

E allora mi chiedo: qual è il senso? Se c'è un disegno più grande in tutto ciò, perché non riesco a vederlo?

Non tutte le domande hanno una risposta.

A presto
Pia

sabato 25 giugno 2011

DUE PAROLE SULLA DEPRESSIONE POST-PARTUM

   La depressione post-partum è una forma di disturbo nervoso che colpisce alcune donne dopo la nascita del loro bambino.

   Sono da distinguere due forme principali: la prima, denominata "baby blues", è una tristezza che colpisce circa il 70% delle donne nei giorni immediatamente successivi al parto, e può portare pianti apparentemente ingiustificati, stati di ansia ed agitazione, ma il tutto si risolve generalmente entro due settimane circa, e in genere senza richiedere provvedimenti di alcun genere.

   La seconda forma, ossia la depressione post-partum vera e propria, è un disturbo ben più grave e duraturo, che può manifestarsi anche in tempi successivi alla nascita, il quale comprende ansia, insonnia oppure sonnolenza eccessiva, improvvisi e repentini cambi d'umore, affaticamento, disperazione, fino ad arrivare a stati psicotici. La percentuale delle donne colpite è del 10%  al primo figlio, ma sale al 30% ai parti successivi al primo se la madre ne è già stata colpita.

   Anche se personalmente ho avuto la fortuna di non soffrirne, sono molto vicina a quelle mamme che l'hanno provata o la stanno provando. A volte, alcune di loro non sanno assolutamente cosa stia succedendo loro, ed aggiungono alla tristezza anche il senso di colpa.

  Se pensate di soffrire di depressione post-partum, chiedete aiuto. Non pretendete di fare tutto da sole, e soprattutto non negate l'esistenza del problema.  E' possibile che chi vi sta intorno non vi capisca, o magari non creda che voi possiate essere vittima di una dpp. In questo caso, rivolgetevi al consultorio, ad un'associazione specifica (un sito interessante è www.depressionepostpartum.it  ), oppure ad un blog come questo o come gli altri che trovate in rete.

   Fate in modo di non avere l'impressione di essere completamente sole a gestire il vostro problema: la rete è piena di mamme che ci sono passate e sono disposte a comprendervi ed ascoltarvi. Fatene tesoro.

A presto
Pia

mercoledì 22 giugno 2011

LE MAMME DEI BIMBI SPECIALI

Come infermiera pediatrica ho lavorato in terapia intensiva neonatale, dove ho conosciuto moltissime mamme che avevano bambini con piccoli o grandi problemi. Attualmente continuo a seguire alcuni bambini sul territorio, e raccolgo le confidenze e gli sfoghi delle loro mamme.

Una di loro, un giorno, mi ha detto: "Quando aspettavo il mio bambino ho fatto molti abbonamenti alle riviste per mamme... quando poi è nato lui, con tutti i suoi problemi, mi sono accorta che in quelle riviste ci sono solo i bimbi perfetti. Sono contenta per le mamme che hanno bimbi sani, che fortunatamente sono la maggior parte, ma a noi non pensa nessuno!"

Quelle sono le mamme che in assoluto mi hanno insegnato di più insieme ai loro meravigliosi piccoli. Questo post  lo dedico a loro, perché voglio che ognuna di loro che arriva sul mio blog sappia che le sono vicina con tutto il cuore.

Se sei la mamma di un bimbo speciale, e ti senti sola perché a chiunque tenti di parlare delle tue difficoltà non ti capisce, scrivimi. La mia risposta non si farà attendere. 

domenica 5 giugno 2011

IL PRIMO SOCCORSO. RIFLESSIONI ISPIRATE DA "FORUM"

Avete mai visto una puntata della trasmissione "Forum"?

   Personalmente, lo guardo poco, prima di tutto perché spesso nell'ora della messa in onda sono fuori casa per lavoro, e poi perché spesso le cause presentate mi fanno decisamente arrabbiare: padri contro figli, zii contro nipoti, nuore contro suocere e via dicendo.

  Giorni fa, però, visto che ero a casa nell'ora di pranzo e mia madre lo guarda sempre, mi è capitato di assistere ad una causa che mi ha messo un po' d'ansia, e mi ha fornito importanti spunti di riflessione anche per il nostro lavoro.

   Una signora aveva portato a "Forum" la direttrice dell'asilo di sua figlia, perché sperava che il giudice potesse obbligarla con una sentenza a far seguire alle maestre del suo asilo un corso di primo soccorso pediatrico.

   A quanto diceva la signora, sembra che alla sua bambina fosse andato di traverso un pezzetto di carne in mensa, ma nessuno nell'asilo conosceva le manovre di disostruzione delle vie aeree da praticare al bambino, così è stato chiamato il 118. Fortunatamente nel frattempo la situazione si era normalizzata, e la bambina non ha subito conseguenze importanti, ma resta comunque il dubbio su quello che sarebbe potuto succedere se così non fosse stato: il 118 sarebbe arrivato in tempo?

   Purtroppo, il giudice non ha potuto accogliere la richiesta della signora, poiché la legge italiana non prevede l'obbligatorietà di certi corsi di formazione per le maestre.

   Un operatore del 118 chiamato in trasmissione per mostrare le manovre di disostruzione pediatriche, ha detto che in Italia muore circa un bambino a settimana per incidenti come questo. Ha detto anche che negli Stati Uniti, quando una ragazza vuole studiare per diventare maestra, prima frequenta un corso di primo soccorso alla Croce Rossa, poi inizia il percorso per diventare insegnante.

   A parte che trovo delirante che la legge italiana obblighi le maestre ad essere laureate, ma non a frequentare un corso di poche ore per salvare la vita dei nostri figli, credo che la cosa sia altrettanto importante per la figura della baby-sitter, che molto spesso trascorre parecchio tempo con i bambini, soprattutto se non vanno ancora alla scuola materna.

   A tutti consiglio di frequentare un corso di PBLS (Pediatric Basic Life Support), dove vengono insegnate anche le manovre di disostruzione delle vie aeree. Comunque, è possibile scaricare gratuitamente il manuale di disostruzione sul sito http://www.manovredisostruzionepediatriche.com/

   Non mi stancherò mai di promuovere la formazione sanitaria: trovo che sia un valore aggiunto non indifferente, per tutti.



A presto
Pia

venerdì 20 maggio 2011

QUANDO NASCE UN BAMBINO NASCE ANCHE UNA MAMMA

La nascita del primo figlio trasforma la donna in modo profondo ed irreversibile. Improvvisamente tutte le priorità cambiano, insieme al suo corpo... la vita acquista un senso nuovo.

Bellissimo e sconvolgente, vero? E non potrebbe essere altrimenti, perché quello che prima non c'era, adesso c'è. E nell'operare questo miracolo, c'è solo una cosa che non fallisce mai:la potenza creatrice dell'amore. Voi ed il vostro partner l'avete reso possibile, è successo davvero! Adesso il risultato del vostro amore è lì, sotto i vostri occhi, tra le vostre braccia.

A questo punto possono iniziare le prime paure: "ce la farò?"

Il piccolo che richiede moltissime attenzioni, la casa, il tempo che sembra non bastare mai, il datore di lavoro che chiede: "Quando rientri?"...

Non permettere che il panico ti rovini questi momenti, non lasciarti spaventare dalle cose da fare. Dentro di te possiedi tutte le risorse necessarie per muoverti a tuo agio in questa situazione senza che essa ti sfugga di mano.